Liturgia & Musica

Questo spazio nasce dalla mia esperienza di moderatore della mail circolare "Liturgia&Musica", avviata nel dic. 2005 per conto della “Associazione Italiana Organisti di Chiesa” (di cui fui segretario dal 1998 al 2011) al fine di tener vivo il dibattito intorno alla Liturgia «culmine e fonte della vita cristiana» e al canto sacro che di essa è «parte necessaria ed integrante» unitamente alla musica strumentale, con particolare riferimento alla primaria importanza dell'organo.

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sabato 22 novembre 2014

Cecilia cederebbe il posto a Giovanni Battista ?!


Gentili lettori,

leggete qui in calce - se ancora non siete edotti - come la povera martire CECILIA (qui rappresentata da Bernardino Campi in una nota tela sita nella chiesa di S. Sigismondo in Cremona) sia finita, suo malgrado, patrona della musica e dei musicisti, lei che era tutta immersa solamente nell’amore di Cristo!

Per i musicisti "latini" (ovvero non anglofoni o germanofoni) io proporrei, piuttosto, l'impetrazione a S. Giovanni Battista, dato che, come tutti sanno, le note musicali prendono il nome dall'incipit dei versetti dell'inno liturgico dei Vespri della solennità della natività di San Giovanni Battista e, di conseguenza, lo spostamento della data onomastica dal "ceciliano" 22 novembre al "giovanneo" 24 giugno!

Cosa ne pensate?

Buona lettura e auguri di buona musica.


Cremona, il 22 novembre 2014

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ROMA: LA NASCITA DEL CULTO DI SANTA CECILIA

di Paolo Grandi

Il culto popolare e religioso di Santa Cecilia è ispirato alla vita della giovane vergine Cecilia, martire cristiana a Roma all’inizio del III secolo d.C..
In realtà, non sono mai stati conosciuti gli atti del martirio e nessun documento prova storicamente la sua esistenza.

Il più antico documento che ha come ascendenza la Legenda Aurea del V secolo è la Passio Sanctae Ceciliae, un testo liturgico divulgato nelle sue linee essenziali tramite la Legenda Aurea del domenicano Jacopo da Varagine del XIII secolo. In seguito la Passio fu edita integralmente (180 ca.) insieme ad altre agiografie sulla giovane romana desunte da codici manoscritti antichi.
[…]

È incerto il motivo per cui Cecilia sarebbe diventata patrona della Musica. Tuttavia, un esplicito collegamento tra Cecilia e la Musica è documentato a partire dal tardo Medioevo.
La spiegazione più plausibile sembra quella di un’errata interpretazione dell’antifona di ingresso della messa nella festa della santa.

Il testo di tale canto in latino era: "Cantantibus organis, Caecilia virgo in corde suo soli Domino decantabat dicens: fiat Domine cor meum et corpus meum inmaculatum ut non confundar" ("Mentre suonavano gli strumenti musicali, la vergine Cecilia cantava nel suo cuore soltanto per il Signore, dicendo: Signore, il mio cuore e il mio corpo siano immacolati affinché io non sia confusa").

Organa in latino nel V secolo stava ancora per strumenti in generale, solo più tardi in epoca medievale aveva assunto una connotazione più stretta, organi in quanto strumenti musicali specifici. Per dare un senso al testo, tradizionalmente lo si riferiva al banchetto di nozze di Cecilia: "mentre gli strumenti musicali (profani) suonavano, Cecilia cantava a Dio interiormente". Da qui era facile l’interpretazione ancora più travisata: "Cecilia cantava a Dio... con l’accompagnamento dell’organo".
Si cominciò così, a partire dalla fine del XIV secolo nell’ambito del Gotico cortese, a raffigurare la santa con un piccolo organo portativo a fianco. Si può avere un’idea di questo collegamento alla musica anche da un manoscritto liturgico, presente in Pinacoteca Nazionale a Bologna, in cui si notano l’inizio dell’antifona dedicata alla Santa (con la lettera iniziale C di "Cantantibus") e l’immagine della stessa mentre suona un organo.
In realtà, i codici più antichi non riportano questa lezione del versetto e neanche quella che inizierebbe con "Canentibus", sinonimo di "Cantantibus", bensì "Candentibus organis, Caecilia virgo…".

Gli "organi", quindi, non sarebbero affatto strumenti musicali, ma gli strumenti di tortura, e l’antifona descriverebbe Cecilia che "tra gli strumenti di tortura incandescenti, cantava a Dio nel suo cuore". Il versetto non si riferirebbe dunque al banchetto di nozze, bensì al momento del martirio.
L’accostamento in Cecilia tra il suono degli strumenti e il canto del cuore aveva anche l’intendimento di indicare la superiorità della musica sacra nei confronti delle espressioni pagane del canto e della festa, tema che troverà riscontro anche nell’iconografia più affermata della santa. […]