Liturgia & Musica

Questo spazio nasce dalla mia esperienza di moderatore della mail circolare "Liturgia&Musica", avviata nel dic. 2005 per conto della “Associazione Italiana Organisti di Chiesa” (di cui fui segretario dal 1998 al 2011) al fine di tener vivo il dibattito intorno alla Liturgia «culmine e fonte della vita cristiana» e al canto sacro che di essa è «parte necessaria ed integrante» unitamente alla musica strumentale, con particolare riferimento alla primaria importanza dell'organo.

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lunedì 4 gennaio 2016

L'inflazione dei concerti d'organo

Gentili lettori,

buon 2016 a tutti!

Quanto in calce alla presente riportato, è tolto dalla pagina internet della parrocchia di don Bosco in Roma e conferma un pensiero che ormai da tempo vado ruminando: troppi concerti nelle nostre chiese, soprattutto troppi con programmi musicali che non hanno alcun pensiero religioso (e di ciò noi organisti godiamo, così ai concerti possiamo suonare qualsivoglia corbelleria senza tema d'esser ripresi dal clero!), proposti come mero intrattenimento culturale.

Nulla di male, certo, sulla bontà artistica della musica e sulla sua potenza emotiva, ma il risultato oggi è che in queste occasioni di pura esibizione musicale, la gente s'intrattiene allegramente prima e dopo il concerto ne più ne meno come fosse nel foyer di un teatro (chiacchiericcio e schiamazzi compresi!).

Di ciò forse noi stessi non ci scandalizziamo (più?): oggi ormai in chiesa vengono organizzate mondane serate concertistiche di musica non religiosa o addirittura conferenze, convegni, ma prima ancora spettacolini dei bambini dell'oratorio, per non parlare dei pranzi natalizi per i poveri promossi dalla Comunità di S. Egidio e per non tacere di una Cappella Sistina data in affitto per un concerto privato alla celebre casa d'automobili Porsche.

Spero non troverete queste mie affermazioni una sortita da bacchettone!

Ma ora qualcuno mi dirà: nella povertà liturgico-musicale che ormai caratterizza le nostre messe... meno male che è possibile ascoltare buona musica in chiesa almeno durante un concerto!!

Proprio per questo, credo, negli ultimi decenni abbiamo assistito al proliferare di miriadi di concertini d'organo [*].

Di ciò veramente dobbiamo rallegrarci, quando magari quegli stessi organi giacciono semi-dimenticati durante gli atti di culto?!

Forse no, ma in ultima analisi sì, se crediamo che non ci sia futuro per un maggior decoro della musica liturgica e per questo andiamo alla ricerca del concerto in chiesa per godere un certo ristoro spirituale...

Auguro a tutti buona solennità dell'Epifania con la "Pastorale Mistica" di Federico Caudana. .

Paolo Bottini

Cremona, domenica 3 gennaio 2016

[*] Il collega M.° Samuele Ave di Marostica (VI) nel forum di "Organi & Organisti" scrive: «Fatte le debite eccellenti eccezioni, vengono troppo spesso proposti: 1. raffazzonati concerti "antologici" di debole filo logico, 2. brani a tema pasquale in tempo d'avvento e viceversa, 3. pot-pourri di sacro, profano e provocatorio, 4. scambi di concerti (e di favori) tra rassegne, 5. programmi di sala con curricula fitti fitti lunghi tre pagine e programmi/note al programma (se per miracolo presenti) striminziti; 6. annunci di concerti nei quali c'è ben in evidenza chi suona ma mai che cosa! Se l'organista di Chiesa non sa promuovere l'arte sacra con programmi (concertistici, liturgici e paraliturgici) conformati al tempo liturgico, alla fede, al luogo ed alla tradizione che ha il dovere morale e professionale di rappresentare è naturale e giusto che la Chiesa se ne sbarazzi: come potrebbe trovare nelle miriadi di queste mediocri proposte musicali il più piccolo valore di pastorale e di fede?».

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I CONCERTI IN CHIESA[da http://www.parrocchiadonbosco.it/i-concerti-in-chiesa/ ]

«Secondo la tradizione illustrata dal Rituale della Dedicazione della chiesa e dell'altare, le chiese sono anzitutto luoghi dove si raccoglie il popolo di Dio. Esso, adunato nell'unità del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, è la Chiesa, tempio di Dio edificato con pietre vive, nel quale viene adorato il Padre in spirito e verità. Giustamente fin dall'antichità il nome "chiesa" è stato esteso all'edificio in cui la comunità cristiana si riunisce per ascoltare la parola di Dio, pregare insieme, ricevere i Sacramenti, celebrare l'Eucaristia, e adorarla in esso come sacramento permanente.
Le chiese pertanto non possono considerarsi come semplici luoghi "pubblici", disponibili a riunioni di qualsiasi genere. Sono luoghi sacri, cioè "messi a parte", in modo permanente, per il culto a Dio, dalla dedicazione o dalla benedizione.
Come edifici visibili, le chiese sono segni della Chiesa pellegrina sulla terra; immagini che annunciano la Gerusalemme celeste; luoghi in cui si attualizza fin da quaggiù il mistero della comunione tra Dio e gli uomini. Negli abitati urbani o rurali, la chiesa è ancora la casa di Dio, cioè il segno della sua abitazione fra gli uomini. Essa rimane luogo sacro, anche quando non vi è una celebrazione liturgica.
In una società di agitazione e di rumore, soprattutto nelle grandi città, le chiese sono pure luoghi adeguati dove gli uomini raggiungono, nel silenzio o nella preghiera, la pace dello spirito o la luce della fede.
Ciò sarà possibile soltanto se le chiese conservano la loro identità. Quando le chiese si utilizzano per altri fini diversi dal proprio, si mette in pericolo la loro caratteristica di segno del mistero cristiano, con danno più o meno grave alla pedagogia della fede e alla sensibilità del popolo di Dio, come ricorda la parola del Signore: "La mia casa è casa di preghiera" (Lc 19, 46)».


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